Processione del Venerdì Santo Sulmona

Il Venerdì Santo – Processione del Cristo morto

Processione Cristo Morto

Nel giorno in cui la comunità cristiana partecipa al comune dolore per la morte del Figlio di Dio, a Sulmona si svolge la Processione del Cristo Morto .

Origini

La processione del Venerdì Santo venne istituita nell’ultimo decennio del Seicento dai Gesuiti in concomitanza alla realizzazione della chiesa di S. Ignazio (presso Piazza XX).

Inizialmente la processione venne gestita dalla Compagnia dei Nobili, dopo l’Unità d’Italia venne affidata alla Confraternita della Trinità[1].

Il rito

La Confraternita ha sede nell’antica chiesa della SS. Trinità situata in Corso Ovidio nei pressi del palazzo della SS. Annunziata; i Confratelli sono contraddistinti da un saio rosso con soggolo bianco.

Alle 20 la processione esce dalla Chiesa e da qui si diparte in religioso silenzio lungo le vie della città.

Schema della processione

La processione è disposta secondo uno schema prestabilito: “banda, due Mazzieri, fila orizzontale di sette portatori di lampioni (o fanali), quadrato formato da quattro portatori di lampioni, tre Dignitari (simbolo della Trinità) con al centro il caratteristico Tronco (croce processionale di velluto rosso con ornamenti in argento), quadrato  formato da quattro portatori di lampioni, fila orizzontale di sette portatori di lampioni, fila di portatori di lampioni lungo i due margini della strada, coro, parroco officiante, altra fila di portatori di lampioni lungo i due margini della strada, statua del Cristo Morto condotta da quattro trinitari, affiancati da altri quattro per il cambio, fila orizzontale di quattro fanali, statua della Madonna Addolorata condotta da quattro trinitari, affiancati da altri quattro per il cambio, séguito di altri Dignitari e Confratelli trinitari.

Per ultimo il “Capo dei Sagrestani d’Onore”, vero regista dell’imponente processione, da cui dipende tutta la manifestazione. Egli è coadiuvato in tale circostanza da due Capi Processionieri”[2].

Quando il corteo arriva nei pressi della Chiesa di S. Maria della Tomba riceve l’omaggio delle Autorità cittadine che la seguono fino al rientro presso la Chiesa della SS. Trinità.

Percorso

La processione del Venerdì Santo si snoda per le vie cittadine seguendo un itinerario ben preciso i cui i tratti salienti sono: via Ercole Ciofano ( direzione Ovest), S. Panfilo ( direzione Nord) da dove punta in direzione Porta Napoli (direzione Sud) dopo essere passata per Piazza Garibaldi (Direzione Est).

Il percorso non è casuale, ma vuole tracciare una croce immaginaria che rimanda a valenze e significati di carattere simbolico- religioso.

Una volta giunta nei pressi di Piazza Garibaldi si assiste allo scambio di consegne tra i Confratelli della Trinità e quelli della Madonna di Loreto nel quale i primi cedono il Tronco e le statue del Cristo morto e della Madonna ai secondi. La scena è molto suggestiva e quasi teatrale, grazie allo scenario rappresentato dagli archi dell’ acquedotto medievale .

A scambio avvenuto , la processione prosegue attraverso via Panfilo Serafini e giunta nei pressi di Porta Napoli torna attraverso Corso Ovidio verso la chiesa della SS. Trinità. All’altezza di Piazza Minzoni c’è di nuovo lo scambio delle consegne che tornano alla Confraternita della Trinità[3].

Il rientro nella chiesa della Trinità è previsto alle 24,00.

Particolarità del corteo: “lo struscio”

Con questo termine si è soliti indicare il particolare incedere tenuto dal coro sulmonese che avanza per le strade strusciando i piedi per terra.

Il movimento vuole rifarsi simbolicamente al faticoso incedere di coloro che in tempi remoti partecipavano alla processione con le catene ai piedi, come atto di mortificazione e penitenza.

Occorre ricordare però che lo struscio non è una prerogativa del coro sulmonese ma ha origini molto antiche ed è assai diffuso nel Meridione e nei paesi cristiani dell’area mediterranea[4].

Il coro

La particolarità della processione è costituita proprio dal coro che con l’andatura dello struscio procede per le strade intonando un commovente Miserere che risuona potente e grave per le strade cittadine a lutto.

Questo fu composto nel 1913 dal maestro- concertatore Federico Barcone, nato a Sulmona nel 1862.

Ad accompagnare il coro c’è la banda musicale che esegue una greve marcia funebre composta dal maestro sulmonese Vella[5].

Bibliografia

Cercone Franco, La Madonna che scappa in piazza a Sulmona, Sulmona, Libreria Editrice Di Cioccio, 1990.


[1] Cercone 1990, p. 61.

[2] Ivi, Pp. 31-32.

[3] Ivi, p. 39.

[4] Ivi, pp. 36-37.

[5] Ivi, 38.

 

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